600 e 700, Lepoca d'oro delle liquirizie calabresi
Nella seconda metà del 600 alcuni intermediari napoletani, spinti da crescenti richieste dei loro clienti olandesi e inglesi, trovarono alcuni imprenditori calabresi disposti a trasformare la locale radice spontanea in estratto.
Gli inizi furono incerti e stentati: qualche imprenditore fallì e spesso l’estratto non rispondeva, per qualità e quantità, agli standard richiesti dal mercato nord europeo.
Per chi produceva bene, tuttavia, il guadagno era alto e, quando le cose funzionavano, la qualità dell’estratto era veramente sorprendente.
Dai primi anni del 700 le liquirizie calabresi s’imposero sui mercati e con loro anche i latifondisti dell’alto Jonio e le maestranze specializzate dei Casali di Cosenza.
In Calabria il successo della liquirizia nacque da una peculiare e fortunata combinazione di tre fattori:
La radice calabrese era abbondante e di ottima qualità;
la produzione si rivelò subito molto redditizia: i grandi latifondisti, aristocratici e non, installarono numerosi opifici, utilizzando strutture preesistenti adibite all'estrazione dell'olio di oliva - le nuove officine, i “conci”, che potevano occupare fino a 100 operai, sfruttavano una tecnologia localmente molto diffusa, quella dei “trappeti” oleari, gli antichi frantoi;
si creò un esteso gruppo di tecnici e di operai specializzati in tutte le fasi del ciclo, dalla raccolta della radice alla produzione dell'estratto.